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Audi è alle prese con uno dei periodo più bui e tristi della sua lunga storia. La transizione energetica ha messo a dura prova le economiche di diverse case automobilistiche alle prese con un mercato che prende le distanze dai nuovi strumenti di mobilità. Audi è tra i Marchi automobilistici che più sta soffrendo questo passaggio. Così è concreto sempre più, la chiusura di una delle sue fabbriche a Bruxelles. Si vociferava già negli scorsi giorni, di quanto per diversi costruttori, le auto elettriche siano state una scommessa ma anche un duro colpo, perché la domanda stenta a decollare e gli investimenti si fanno sempre più ingenti. I numeri sono praticamente dimezzati rispetto al periodo pre Covid, il Gruppo Volkswagen dopo una perdita di oltre 500mila immatricolazioni, sta valutando seriamente di chiudere alcuni siti produttivi. Così nello stabilimento di Bruxelles di Audi, gli operai a fronte di una possibile chiusura hanno iniziato a protestare. Sono stati tantissimi quelli a manifestare contro una politica e una programmazione che secondo alcuni è stata poco lungimirante. Diversi i dipendenti che in segno di protesta, hanno preso le chiavi di oltre 200 vetture elettriche, in segno di protesta. Un segnale forte e deciso che tuttavia ha spinto di dirigenti del sito di Bruxelles, a non cede alle intimidazioni dei lavoratori. La fabbrica di proprietà della Casa dei Quattro Anelli doveva riaprire la settimana prossima ma resterà chiusa fino a quando gli operai non riprenderanno la produzione. In tutto questo, anche i sindacati hanno deciso di manifestare e dissentire sulla politica e programmazione del Marchio. È prevista così, una mobilitazione generale e sciopero il prossimo 16 settembre. Non accadeva da anni che una fabbrica del Gruppo Volkswagen rischiasse la chiusura, ma del resto, i grandi cambiamenti portano sempre rotture con il passato e grandi occasioni —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)