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Calcio e antiriciclaggio: l’Europa ingabbia il mondo del pallone?

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Alzi la mano chi non ha sentito parlare di giocatori pagati con cifre spropositate da parte delle squadre negli ultimi anni. Da Gareth Bale a Neymar, passando per Mbappe e Dembele solo per citarne alcuni. Il mercato del pallone è letteralmente impazzito e, come era inevitabile aspettarsi, ciò ha portato con sé delle pesanti conseguenze. A farne le spese per prima è stata la Juventus, come riferiscono i recenti fatti di cronaca, ma molto presto la questione potrebbe allargarsi. Il 15 Marzo del 2022 è stata infatti presentata una proposta di legge congiunta al Parlamento e al Consiglio Europeo sulla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Quale sarebbe il legame con il calcio è presto detto: nel sesto emendamento si compie un diretto riferimento al mondo del pallone in quanto la crescita accentuata del mercato del calcio che ha portato ad un incremento notevole degli investimenti in denaro comporterebbe che: “I flussi transfrontalieri di denaro interessati possono sfuggire in larga misura al controllo delle organizzazioni calcistiche nazionali e sovranazionali, offrendo l’opportunità di spostare e riciclare denaro”.

Della questione ne abbiamo parlato con Luciano Murtas, avvocato dello studio Annunziata & Conso di Milano, tra i massimi esperti delle normative antiriciclaggio.
In questi giorni si parla di introduzione di obblighi antiriciclaggio a carico di società professionistiche di calcio e di procuratori dei calciatori. Ci può dare qualche delucidazione?
Si tratta delle proposte di riforma alla normativa europea di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. In particolare, il comitato incaricato dal Parlamento europeo ha redatto una bozza di Regolamento che estende gli obblighi antiriciclaggio a nuove categorie di soggetti. Tra queste vi sono “le società professionistiche di calcio di alto livello” e “gli agenti sportivi nel settore del calcio”.

La bozza di Regolamento contiene ulteriori precisazioni?
Si. Per “società professionistiche di calcio di alto livello” si intendono entità giuridiche aventi sede in uno Stato membro dell’Unione europea che possiedono o gestiscono una società professionistica di calcio, di cui almeno una squadra partecipi al campionato o a campionati del massimo livello di quello Stato. Invece, per “agenti sportivi nel settore del calcio” si intende una persona che opera come intermediario nelle trattative per il collocamento nel settore calcistico per conto di potenziali giocatori di calcio o di datori di lavoro al fine di sottoscrivere un contratto di lavoro per calciatori retribuiti.

Non sono definizioni un po’ vaghe?
Effettivamente lasciano spazio a dubbi interpretativi, come ad esempio l’esatta natura delle società professionistiche, il significato del riferimento a una pluralità di campionati e dello stesso concetto di “campionato di massimo livello”, l’eventuale applicazione degli obblighi per gli agenti a tutti i contratti retribuiti, indipendentemente dai requisiti stabiliti per le società di calcio. È auspicabile che il testo definitivo del Regolamento sia più preciso.

In cosa consistono, brevemente, gli obblighi antiriciclaggio?
Si tratta di adempimenti alquanto estesi, che vanno dall’obbligo di identificare i propri clienti, i loro rappresentanti, i soggetti nel cui interesse, in ultima istanza, una determinata operazione è effettuata all’obbligo di conservare e mettere a disposizione delle autorità competenti dati e informazioni sulle operazioni effettuate. L’obbligo fondamentale è quello di segnalare tempestivamente alle autorità competenti eventuali operazioni sospette di cui il soggetto obbligato è venuto a conoscenza nello svolgimento della propria attività caratteristica. Per ottemperare a tali obblighi e non incorrere in sanzioni, che possono essere anche di natura penale, è necessario organizzarsi adeguatamente.

Quando entreranno in vigore gli obblighi di cui stiamo parlando?
Deve ancora completarsi il procedimento di negoziazione tra le istituzioni europee coinvolte (Commissione, Consiglio, Parlamento). Si consideri che la riforma della normativa europea antiriciclaggio si è avviata nel 2021 e l’approvazione del testo del Regolamento è attesa per quest’anno o al più nel 2024. Trattandosi di un Regolamento europeo, le norme saranno direttamente applicabili senza bisogno di atti legislativi nazionali che le recepiscano. Tuttavia, è previsto un certo periodo (due anni, secondo l’ultima bozza) prima della piena applicazione, in modo da lasciare ai soggetti obbligati un tempo congruo per organizzarsi.

Le nuove norme si applicheranno in tutti i Paesi europei?
Soltanto negli Stati membri dell’Unione europea. Ad esempio, il Regno Unito, che dopo la Brexit è uscito dall’Unione, non sarà obbligato ad applicarle.

Maria Laura Scifo

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