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Canneto Pavese: la storia secolare di un paese dove tutto ruota intorno al vino

Canneto Pavese la storia secolare di un paese dove tutto ruota intorno al vino

(Adnkronos) – Canneto Pavese è un piccolo comune popolato da poco meno di 1300 abitanti, con una grande storia legata a doppio filo con la sua produzione vinicola e un presente in evoluzione. Sorge nel cuore dell’Oltrepò Pavese Orientale, tra la riva sinistra del torrente Versa e il crinale del pendio sulla riva destra del torrente Scuropasso, a un’altitudine compresa tra i 130 e i 280 metri. Città Internazionale della Vite e del Vino, fino agli anni ‘70 è stato il comune più vitato d’Italia e già a fine ‘800 i suoi vini erano esportati in America. Una fama che ha portato addirittura al cambiamento del nome del piccolo municipio pavese. Fino al 1885 l’attuale territorio di Canneto era infatti conosciuto come Montu’ de Gabbi, nota fin dall’800 per la produzione del
“Vino de Caneto”
: tra i tanti comuni italiani che hanno dato il nome ad alcune delle denominazioni vinicole più note, il singolare caso di un comune a cui è stato dato il nome dei vini che lo hanno reso celebre.  
Canneto Pavese

 Ancora oggi, nonostante una diminuzione dell’area vitata, sono ben 500 gli ettari coltivati a vite su una superficie di 5,8 chilometri quadrati, per una produzione che, di anno in anno, conferma Canneto Pavese come il comune dell’Oltrepò con il maggior numero di riconoscimenti dalle principali Guide vinicole italiane.La caratteristica principale di Canneto Pavese, oltre alla densità di appezzamenti coltivati a vite, è la conformazione geografica del territorio, di colline in forte pendenza rivestite da un susseguirsi di filari. Si tratta in prevalenza di uve a bacca rossa che hanno reso celebre il piccolo comune oltrepadano, patria di denominazioni come il Buttafuoco e il Sangue di Giuda, la cui produzione è permessa, secondo il disciplinare, solo in alcune zone dell’Oltrepò che insistono prevalentemente sul territorio di Canneto Pavese.  
Foto crediti Club Buttafuoco Storico

 Canneto Pavese è sede del Club del Buttafuoco Storico. Fondato nel 1996, raggruppa 16 produttori e 19 vigne cru dedicate alla produzione di quello che si è affermato come uno dei vini simbolo del territorio; affinato per tre anni prima della commercializzazione, è ottenuto dall’uvaggio di quattro uve identitarie quali Croatina, Barbera, Ughetta di Canneto e Uva Rara.  
I produttori del Club del Buttafuoco Storico

 Canneto è la sede di alcune delle più note cantine dell'Oltrepò Pavese: da Giulio Fiamberti, erede di una tradizione vinicola di oltre due secoli e che quest’anno – dopo anni di riconoscimenti per i suoi due Cru di Buttafuoco Storico Vigna Solenga e Sacca del Prete, ha portato per la prima volta un Buttafuoco DOC (OP Buttafuoco Il Cacciatore 2020) all’ambito riconoscimento dei Tre Bicchieri a Giorgi Wines, azienda guidata da Fabiano Giorgi che da anni riceve importanti premi per i suoi vini spumante metodo classico (quest’anno è stata la volta del Tre Bicchieri assegnato al Top Zero Pas Dosé) e ha creato con Gerry Scotti una linea di vini che porta il nome del grande presentatore televisivo, divenuto il più celebre testimonial del territorio. Tra i vignaioli più riconosciuti, Paolo Verdi, noto sia per il suo grande Rosso Riserva “Cavariola” che per il Metodo Classico Vergomberra DOCG Dosage Zero e un vero e proprio artista del vino come Andrea Picchioni, autore di rossi straordinari come Rosso d’Asia, Bricco Riva Bianca e Arfena. Da non dimenticare Marco Maggi che ha dato una nuova identità all’eredità vinicola familiare diventando uno dei migliori interpreti del Buttafuoco e, recentemente, ha creato con Manuela Centinaio il nuovo progetto della Cantina Bosco del Sasso (con la consulenza enologica di Michele Zanardo) e Umberto Quaquarini, produttore – enologo che, alla terza generazione, ha portato l’azienda di famiglia – dominata da uno spettacolare olmo che domina la vigna Pregana, uno dei Cru del Buttafuoco Storico – alla conversione biologica. 
I vini, foto crediti Club del Buttafuoco Storico

 Tappe obbligate per chi visita Canneto Pavese sono la Cantina Alchemica, sede di uno dei più interessanti esperimenti del mondo del vino italiano, quello del vignaiolo alchimista Giorgio Mercandelli e dei suoi vini biotici; la Tenuta Malpaga, situata su un poggio che domina il paese ed edificata sui resti di una fortezza del 1400 nelle cui cantine vengono affinati i vini biologici di Luca Gorini; la cantina con agriturismo di Franco Pellegrini, affacciata sul panorama mozzafiato che si gode dall’alto della frazione Solenga, dove sorgono alcune delle vigne più scoscese dell’Oltrepò e la Piccola Cantina dei Vini Fermi di Massimo Piovani, il sogno realizzato da uno dei tanti milanesi appassionati di viticoltura che frequentano l’Oltrepo nel weekend.  
La terrazza panoramica del Ristorante Bazzini con vista sulle colline dell'Oltrepò

 La ristorazione a Canneto Pavese ha dal 1939 un nome protagonista, quello di
Bazzini
, storico ristorante dell’omonima famiglia rilanciato nel 2017 dopo oltre 75 anni di attività dallo straordinario lavoro di Mariella Mariotti e Riccardo Rezzani che lo hanno reso un punto di riferimento imprescindibile dove la cucina tradizionale dell’Oltrepò si integra con proposte stagionali contemporanee. Tra i piatti tipici e incomparabili, nonché denominazione comunale, il Bata Lavar, un grosso agnolotto ripieno al brasato servito solo al Ristorante Bazzini, secondo la ricetta originale delle massaie. 
Bata Lavar del Ristorante Bazzini

 Per gli amanti dei salumi tappa obbligata è il
Salumificio Daturi
, dove i fratelli Floriana e Andrea producono artigianalmente salami, pancette, cotechini (il salumificio è detentore di un Guinness World Record per il più lungo del mondo, ben 16 metri) e la fragrante Coppa affinata nel vino rosso oltrepadano da accompagnare rigorosamente con il Miccone di Stradella, il pane tipico di questa area dell’Oltrepo.  
Alcuni prodotti del Salumificio Daturi

 L’occasione perfetta per visitare Canneto Pavese e vivere tutte le esperienze proposte dai suoi protagonisti è senza dubbio la 42esima edizione della “Rassegna dei Vini”, in programma dal 15 al 17 luglio prossimi.  Quella del 2023 è un’edizione all’insegna del rilancio dello storico evento, organizzata dal nuovo corso della Pro Loco di Canneto Pavese, che si sta distinguendo per una fervente programmazione di iniziative in stretta collaborazione con i produttori.  
Pro Loco Canneto Pavese con alcuni produttori

 Il fulcro della manifestazione sarà il Parco Comunale di Canneto Pavese, ristrutturato e portato a nuova vita dal lavoro del team di volontari della Pro Loco e da alcuni artigiani del territorio, che ospiterà un calendario di iniziative che uniscono l’assaggio dei migliori vini del territorio alla cucina e all’intrattenimento musicale. Tra gli appuntamenti imperdibili, la masterclass moderata da Fiorenzo Detti – AIS – dedicata al Metodo Classico del territorio (etichette di Giorgi Wines, Fiamberti Vini, Bruno Verdi, Azienda Agricola Biologica Quaquarini Francesco, Azienda Agricola Picchioni Andrea e Azienda Agricola Maggi Francesco) che si terrà sabato 15 luglio alle 18.30 presso la Sala della Cultura e del Vino. Il 17 luglio il gran finale sarà nel Parco Comunale con una cena curata dal Ristorante Bazzini e il suggestivo spettacolo pirotecnico che illuminerà, da mezzanotte in poi, la Valle di Recoaro. Il programma è disponibile sul sito a questo indirizzo.
 Per informazioni e prenotazioni infoline via whatsapp al numero 3339310810 Per prenotare le vostre degustazioni nelle cantine di Canneto Pavese nel corso della Rassegna: 
Azienda Agricola Fiamberti 038588019
Giorgi Wines 0385262151
Francesco Maggi 038560233
Giorgio Mercandelli 3333418574
Franco Pellegrini 038588305
Andrea Picchioni 0385262139
Massimo Piovani 3385807500
Azienda Agricola Quaquarini 0385560152
Bruno Verdi 038588023
Enoteca del Buttafuoco Storico 038560154Adnkronos – Vendemmie
 —winewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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