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ROMA (ITALPRESS) - «L'Italia deve continuare a sostenere l'indebolimento e l'isolamento internazionale di Putin. Se continua così condanna alla morte economica il suo popolo, che protesterà sempre di più". Sono le parole del Ministro degli esteri Luigi Di Maio riportate dal Corriere della Sera.
"Zelensky? Un eroe mondiale che merita di essere ascoltato al Parlamento italiano, anche se le cose che ci dirà non siamo disponibili a farle. L'Italia cosa chiede a Putin? Deve dimostrare di volere davvero quello che sta dicendo. Sono d'accordo con Draghi, fino ad ora Putin non ha dimostrato di volere la pace. I temi della neutralità dell'Ucraina, della denazificazione, dei territori del Donbnass e della Crimea sono scuse, o basi negoziali? E' Putin a doverlo dimostrare. Se temo un'escalation ancora più drammatica? Per evitarlo dobbiamo indebolire pesantemente Putin. Ben vengano il quarto pacchetto di sanzioni e tutte le iniziative che servono per indebolire l'economia russa. Contesto chi dice che non stanno funzionando, l'impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l'economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra».
Di Maio assicura che l'Italia non è in guerra: "Noi facciamo tutte le azioni diplomatiche che servono per evitare che la guerra arrivi in Europa, ma non entriamo in conflitto. E' stato chiaro Biden e lo siamo stati noi, chi dice che l'Italia è in guerra afferma una cosa errata. Ho incontrato il segretario della Nato Stoltenberg e abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per una No fly zone nè per dare a Kiev aerei da combattimento. Si rischierebbe di far scattare una guerra mondiale. Rischio nucleare? Gli attacchi alle centrali sono inquietanti e fanno parte della strategia di Putin, serve massima cautela. Ma ad oggi non c'è un rischio, lavoriamo per evitare che la Nato entri nel conflitto. Tutti gli attori che lavorano a una mediazione vanno ascoltati, anche la Cina, che al di là delle differenze che non abbiamo dimenticato può avere un ruolo importante. La Turchia è molto avanti. Portando Lavrov e Kuleba al tavolo di Antalya ha aperto un percorso».
(ITALPRESS).Agenzia di Stampa Italpress - Top News

ROMA (ITALPRESS) – «L’Italia deve continuare a sostenere l’indebolimento e l’isolamento internazionale di Putin. Se continua così condanna alla morte economica il suo popolo, che protesterà sempre di più”. Sono le parole del Ministro degli esteri Luigi Di Maio riportate dal Corriere della Sera.
“Zelensky? Un eroe mondiale che merita di essere ascoltato al Parlamento italiano, anche se le cose che ci dirà non siamo disponibili a farle. L’Italia cosa chiede a Putin? Deve dimostrare di volere davvero quello che sta dicendo. Sono d’accordo con Draghi, fino ad ora Putin non ha dimostrato di volere la pace. I temi della neutralità dell’Ucraina, della denazificazione, dei territori del Donbnass e della Crimea sono scuse, o basi negoziali? E’ Putin a doverlo dimostrare. Se temo un’escalation ancora più drammatica? Per evitarlo dobbiamo indebolire pesantemente Putin. Ben vengano il quarto pacchetto di sanzioni e tutte le iniziative che servono per indebolire l’economia russa. Contesto chi dice che non stanno funzionando, l’impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l’economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra».
Di Maio assicura che l’Italia non è in guerra: “Noi facciamo tutte le azioni diplomatiche che servono per evitare che la guerra arrivi in Europa, ma non entriamo in conflitto. E’ stato chiaro Biden e lo siamo stati noi, chi dice che l’Italia è in guerra afferma una cosa errata. Ho incontrato il segretario della Nato Stoltenberg e abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per una No fly zone nè per dare a Kiev aerei da combattimento. Si rischierebbe di far scattare una guerra mondiale. Rischio nucleare? Gli attacchi alle centrali sono inquietanti e fanno parte della strategia di Putin, serve massima cautela. Ma ad oggi non c’è un rischio, lavoriamo per evitare che la Nato entri nel conflitto. Tutti gli attori che lavorano a una mediazione vanno ascoltati, anche la Cina, che al di là delle differenze che non abbiamo dimenticato può avere un ruolo importante. La Turchia è molto avanti. Portando Lavrov e Kuleba al tavolo di Antalya ha aperto un percorso».
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