Europee cosa ha detto Meloni a Vox il testo integrale

(Adnkronos) – E' durato poco meno di 15 minuti l'intervento di Giorgia Meloni in collegamento con la manifestazione 'Europa Viva 24' di Vox a Madrid, il partito spagnolo guidato di Santiago Abascal, a tre settimane dalle europee. L'intervento della premier italiana, l'ultimo degli ospiti europei a parlare, dopo Viktor Orban e Marine Le Pen, prima del presidente argentino, Javier Milei, ha toccato vari temi al centro dell'agenda dei conservatori in vista del voto dell'8 e 9 giugno. Meloni, dopo aver rivendicato di essere la prima donna di destra alla guida della Repubblica italiana, ha difeso i valori "cristiani" del vecchio Continente, tornando sul tema di migranti ("con me al governo gli sbarchi in un anno sono diminuiti del 62%") e dell'identità di genere, ribadendo il suo no alla pratica "disumana" dell'utero in affitto. Poi ha invitato i presenti a lavorare sodo "perché per la prima volta l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti". Ecco il testo integrale dell'intervento del presidente di Ecr e presidente del Consiglio italiano. "Caro Santiago, Caro Jorge, Cari amici di Vox, Cari patrioti Spagnoli, Ancora una volta avete dato vita ad una splendida manifestazione. In un’epoca in cui le persone sono sempre più distanti dalla politica, nella quale spesso si preferisce la piazza virtuale a quella reale, VIVA rappresenta una meravigliosa eccezione. Passione, amore per la propria terra, ideali. Solo chi fa politica spinto da queste motivazioni può essere in grado di realizzare manifestazioni come la vostra. Saluto i tanti ospiti internazionali presenti. Ma desidero rivolgermi soprattutto ai tanti militanti e ai tantissimi giovani presenti.  Avete avuto il coraggio di non lasciarvi influenzare dal pensiero unico dominante. Avete deciso che i valori conservatori sarebbero stati sempre i pilastri della nostra vita. Avete scelto di battervi per ciò in cui credete. Voi siete l’unico futuro possibile per l’Europa. Un continente stanco, remissivo, viziato, che ha pensato di poter barattare l'identità con l'ideologia, la libertà con la comodità, e oggi inevitabilmente paga il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro.  Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, a maggior ragione, ora. Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato nel 2019 il nostro percorso comune al Parlamento europeo. E da allora le nostre vicende politiche si sono sempre somigliate molto. Fin dal primo momento hanno provato a denigrarci. Hanno provato ad isolarci. Hanno provato a dividerci. E hanno finito per rafforzarci. Dicevano che non saremmo stati all’altezza. Che volevamo distruggere l’Europa. Dicevano che non saremmo mai diventati credibili abbastanza per contare, per essere decisivi. E mentre loro si crogiolavano sulle loro tranquillizzanti certezze, noi lavoravamo e guadagnavamo terreno, credibilità, spazi.  Ed eccoci qui. Ancora insieme. Oggi, Fratelli d’Italia è il primo partito italiano e io ho l’onore di servire la mia nazione come Capo del governo. E nonostante qualcuno ancora non si rassegni, e qualcuno altro si chieda come sia stato possibile che accadesse, sono il primo Presidente del Consiglio di Destra della Repubblica Italiana, e che sono addirittura una donna. Nel frattempo Vox è diventato il terzo partito spagnolo. Un partito solido e ben radicato in tutta la nazione. Un partito che ha un grande futuro davanti a sé e che sarà decisivo per cambiare sia Madrid che Bruxelles.  Ma dobbiamo continuare a lavorare, tanto, e insieme, perché come sempre non vogliamo che ci venga regalato nulla. Noi siamo abituati a guadagnarceli sul campo i nostri risultati. Il nostro continente sta vivendo una fase di grande incertezza, di declino, e ha bisogno di noi. La sinistra europea, principale responsabile di quel declino, ci accusa di voler distruggere l’Europa. Ma la menzogna è sempre una buona notizia, perché mente chi ha bisogno di nascondere qualcosa.  E quello che la sinistra ha bisogno di provare a nascondere agli occhi dei cittadini è che sono stati loro, con le loro ricette folli, il loro centralismo ideologico, la loro assenza di visione, i principali artefici dei fallimenti di questa Unione Europea, un gigante burocratico che pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita mentre è ancora incapace di darsi una missione geopolitica. Noi vogliamo, e possiamo costruire, non sperare, ma costruire un’Unione Europea diversa e migliore di quella di oggi. Capace di concentrare le sue iniziative e le sue risorse economiche solo su alcune materie importanti, quelle sulle quali può offrire davvero un valore aggiunto.  Difendere i propri confini esterni, invece di costringere i suoi cittadini ad accogliere masse di immigrati irregolari contro la loro volontà. Io sono particolarmente orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi, riuscendo a imprimere un primo cambio di passo nella gestione della politica migratoria: non più frontiere aperte e una eterna e inutile discussione sulle redistribuzioni, ma nuove politiche di cooperazione con i Paesi africani, controllo delle partenze, lotta ai trafficanti di esseri umani, percorsi regolari di immigrazione e accordi con paesi terzi per processare le richieste di asilo.  Sarebbe stato impensabile qualche anno fa, ma le risposte pragmatiche alla fine trovano interlocutori disponibili. È un percorso lungo e faticoso ma già oggi in Italia abbiamo avuto il 62% in meno di sbarchi rispetto allo scorso anno. Nella peggiore congiuntura internazionale possibile in termini di stabilità e di migranti illegali pronti a partire. Pensate a quali altri risultati potremo ottenere se nel prossimo Parlamento europeo saremo capaci di ribaltare l’attuale maggioranza.  L’Unione europea deve mettere le sue aziende in condizioni di competere con quelle del resto del mondo. Tutti noi vogliamo una maggiore sovranità europea, un’autonomia strategica che ci renda meno dipendenti. Ma non potremo mai avere alcuna autonomia e alcuna sovranità se continueremo a massacrare le nostre imprese con regole che vengono imposte solo a loro. Perché il mercato può essere libero soltanto se è anche equo. Tutto il resto sono politiche suicide che ci impoveriranno e ci impediranno di mantenere i nostri sistemi di protezione dei più fragili. È il caso della follia denominata Green Deal. Vedete, amici, noi siamo Conservatori e amiamo la natura. Ma la differenza tra noi e gli altri è che noi la natura vogliamo difenderla con l’uomo dentro. Noi non consideriamo la presenza dell’uomo e delle sue attività dannosa per la natura.  Tutt’altro, perché non esiste sostenibilità ambientale senza l’attività dell’uomo. Invece loro pensano che l’uomo sia nemico della natura, non solo per le attività che svolge, ma per il fatto stesso di esistere, e ci sono cattivi maestri che ci spiegano che non dobbiamo fare figli perché i figli inquinano. A tanto siamo arrivati, e i risultati di questi deliri li vediamo ogni giorno. In questi anni l’Unione europea ha preteso di decidere quello che potevamo o non potevamo mangiare, come dovevamo o non dovevamo ristrutturare le nostre case (ovviamente senza dirci con quali soldi dovevamo farlo), quale automobile potevamo o non potevamo guidare, quale tecnologia le nostre aziende potevano o non potevano utilizzare. Hanno utilizzato l’alibi della difesa della natura per dare vita a un attacco alla nostra libertà che noi dobbiamo respingere. Difenderemo i nostri agricoltori, i nostri pescatori, la nostra manifattura, le nostre piccole e medie imprese e la nostra industria da questo attacco senza precedenti.  E li difenderemo per difendere l’Europa, perché l’Europa l’hanno fatta loro, con il loro lavoro, i loro sacrifici, la loro creatività, i loro prodotti d’eccellenza, mentre gli ambientalisti di maniera discutevano della prossima legge assurda da proporre comodamente seduti nel salotto di casa loro. L’Unione europea che abbiamo in mente deve ritrovare l’orgoglio della sua storia e della sua identità. Continueremo a opporci con forza a tutti i tentativi di negare o cancellare le nostre radici culturali, a partire da quelle cristiane. Perché è un fatto che furono i monasteri i primi mattoni dell'Europa, e dimenticarlo, negarlo, sminuirlo significa negare il senso stesso dell'Europa come civiltà, e non intendiamo consentirlo.  Ci opporremo, allo stesso modo, a chi vuole mettere in discussione la famiglia, quale pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre la teoria gender nelle scuole, a chi intende favorire pratiche disumane come la maternità surrogata. Perché nessuno mi convincerà mai che si possa definire progresso consentire a uomini ricchi di comprare il corpo di donne povere, o scegliere i figli come fossero prodotti del supermercato. Non è progresso, è oscurantismo, e sono fiera che al parlamento italiano sia in approvazione, su proposta di Fratelli d’Italia, una legge che vuole fare dell’utero in affitto un reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all’estero.  Contrasteremo soprattutto chi, come la sinistra, accecato dal desiderio di cancellare le identità, intende usare Bruxelles per imporre la sua agenda globalista e nichilista, dove le nazioni sono ridotte a incidenti della storia, le persone a meri consumatori, dove multiculturalismo e relativismo etico sono spacciati come i pilastri necessari dell’integrazione europea. Amici miei, La legislatura europea 2019-2024 è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate. Mentre altre forze politiche hanno sostenuto accordi innaturali con le sinistre, producendo l’imposizione dell’agenda verde e progressista, noi ci siamo sempre battuti, spesso soli, per una Ue diversa.  Ma oggi può essere un tempo diverso. Siamo alla vigilia di un voto decisivo, perché per la prima volta l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti. Dobbiamo restare concentrati, tenere i piedi per terra e lo sguardo rivolto lontano. E’ il tempo della mobilitazione, è il tempo di andare a testa alta per le strade e guardare negli occhi i nostri compatrioti, per spiegargli cosa vogliamo fare nei prossimi cinque anni. E’ il tempo di alzare la posta in gioco. Abbiamo il dovere di provarci e di lottare fino all’ultimo giorno di campagna elettorale. Perché nessun cambiamento in Europa è possibile senza i Conservatori europei, e questo è un fatto. Noi siamo il motore e i protagonisti della rinascita del nostro continente. Viva l’Italia! Viva la Spagna! Viva i Conservatori Europei!", conclude Meloni —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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