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Eurovision 2022, quello che ci è piaciuto e gli scivoloni di stile

Mag 15, 2022

Una tela quasi perfetta, con qualche piccola sbavatura che ha reso tutto più godibile. Eurovision Song Contest, per la prima volta in Italia dopo 31 anni, è stato questo e molto di più. Uno show attraente, esplosivo, colorato, con la musica al centro di un racconto che i tre conduttori – Mika, Laura Pausini e Alessandro Cattelan – hanno saputo sapientemente condurre in porto. Il sapore amaro della sconfitta non manca, sebbene non fossimo partiti come favoriti, con l’esibizione di Blanco e Mahmood che ha assunto le forme di un’occasione sprecata.

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Ci è davvero piaciuto tutto? Certo che no, e come potrebbe. L’Italia ha però avuto l’ingrato compito di organizzare Eurovision Song Contest in un periodo complicato, quasi scollato dalla realtà. La pandemia ancora in corso, la guerra e quella voglia di ricominciare che forse è stata così dirompente da uscire dai margini e sporcare uno spettacolo che è piaciuto proprio per questo.

I Top di Eurovision 2022: i conduttori

Partiti con lo sfavore del pronostico, forse non assortiti proprio bene, i tre conduttori hanno invece saputo stupire. Al centro di questo trio meraviglioso è spiccata Laura Pausini. La sua simpatia, la sua forza e la sua personalità hanno riempito un palco difficile da sostenere. Non potevamo aspettarci altrimenti, sebbene non siano mancate le critiche, ma l’unicità è stata la cifra stilistica della sua intera performance. Ha sorriso, strizzato l’occhio alla telecamera, accarezzato il viso di Mika fin troppo teso per le sue enormi possibilità, ha stretto la mano ad Alessandro Cattelan. E, quando ha aperto le braccia verso il pubblico, è sembrato proprio che potesse contenerci tutti. Brava.

Bene nel trio, eccessivamente insicuro (in modo ingiustificato) da solo. Mika è stato l’elemento speciale di questo terzetto inedito: ha sfoggiato una padronanza delle lingue invidiabile, ha cantato, ha fatto il suo show (meraviglioso) ed è stato all’altezza di ogni aspettativa. Troppo sacrificato rispetto a quello che avrebbe potuto proporre, ma comunque promosso a pieni voti.

L’hanno voluto, l’hanno corteggiato per anni e, adesso, Alessandro Cattelan c’è. Il conduttore lombardo è la scommessa vinta di Rai, il traino di una conduzione sulla quale l’azienda ha puntato tutto. Non è rimasto in ombra ma non è nemmeno emerso: è stato però lì, presente, vigile, integerrimo. Si è divertito e ha fatto divertire: dopotutto, l’operazione Eurovision ha davvero chiamato il suo nome. Avrebbe potuto avere più spazio ma a noi è piaciuto. Promosso.

I Top di Eurovision 2022: la scenografia

Si è detto tutto e il contrario di tutto. L’elemento centrale, fermo e in movimento, ha fatto di certo penare gli scenografi e aperto un dibattito incredibile alla vigilia delle prime prove. Francesca Montinaro, scenografa dell’edizione italiana di Eurovision Song Contest, ci ha creduto fin dall’inizio. L’Italia con il Sole dentro ha così sortito l’effetto desiderato, sebbene abbia sacrificato un po’ troppo lo spazio, facendo da sfondo a un palco in cui ha davvero abbiamo visto di tutto. La riluttanza di EBU e il silenzio dei giorni che hanno preceduto la manifestazione avevano fatto temere il peggio ma tutto è andato secondo i piani: i 4 elementi – Acqua, Aria, Terra e Fuoco – sono stati i protagonisti di una Torino a colori, rinata dopo due anni di pandemia.

I Top di Eurovision 2022: Mika

Conduttore, certo, ma anche artista dallo straordinario talento. Mika si è preso il palco di Eurovision, l’ha invaso e ha cantato l’amore. Un medley potente, sebbene cantato in playback, con il quale il Pala Olimpico è sembrato battere come un cuore pulsante. Lui c’è, lì al centro, è sembrato piccolo ed è invece un gigante.

Se volessimo riassumere il nostro Eurovision sarebbe tutto lì, in quel cuore enorme che ha spaccato il due il palasport e l’ha riunito con la vittoria dell’Ucraina, di Kalush Orchestra, che in volata finale ha superato di misura il Regno Unito di un dolcissimo Sam Ryder. Mika ha aperto le porte a un finale atteso, fatto di speranza e di pace.

I Flop di Eurovision 2022: Mahmood e Blanco

Ci aspettavamo tutto. Tutto quello che abbiamo visto a Sanremo. Il brano c’è, la performance non è stata all’altezza delle aspettative. Troppe le imprecisioni e troppo forte l’emozione che ha travolto Mahmood e Blanco, scivolati fuori dal podio già con le votazioni delle 40 commissioni. Un’occasione sprecata, ma lo spettacolo è anche questo: è stato comunque bellissimo esserci.

Se da un lato, poi, la partecipazione del pubblico ha permesso il giusto impatto per creare un’esibizione degna di questo nome, dall’altro si è rivelata quasi un’arma a doppio taglio. Si è così creata una bolla protettiva nella quale gli artisti non sono riusciti a emergere come avrebbero potuto, appiattendo quello che è stato tra i migliori brani di quest’edizione.

I Flop di Eurovision 2022: Måneskin

Opinabile la scelta di non portare Zitti e Buoni, in favore invece dell’ultimo singolo Supermodel. Il brano suona bene ma fa poca presa sul pubblico che avrebbe potuto scatenarsi con la hit vintrice dell’edizione di Eurovision 2021. Vederli sul palco è sempre una grande emozione, evocativa di una stagione straordinaria in cui la musica italiana si è presa un posto di pregio nel panorama internazionale, ma per noi è un sonoro no.

La delusione è stata probabilmente proporzionale all’attesa. Annunciati in pompa magna in una finale in cui ha trovato posto anche una meravigliosa Gigliola Cinquetti, i Måneskin non hanno di certo deluso ma neanche sbalordito. Per emergere non basta essere bravi: è necessario essere eccezionali. Volevamo di più. Peccato, ne hanno tutte le potenzialità.

I Flop di Eurovision 2022: Il Volo

L’assenza di Gianluca Ginoble, sfortunatamente positivo al Covid alla vigilia dell’esibizione, si è fatta sentire. L’incomprensibile mix voluto per Grande Amore non ha reso giustizia al brano che invece aveva sfiorato la vittoria nel 2015 e la mancanza del loro baritono ha fatto tutto il resto. Non possiamo dire che siano passati inosservati, poiché questo è davvero difficile che accada, ma si poteva fare di più. Rivederli sul palco di Eurovision è stato comunque emozionante: un effetto nostalgia che porteremo nel cuore.

Eurovision 2022, i “non classificati”

Era stato annunciato, lo abbiamo atteso e non è piaciuto. L’omaggio a Raffaella Carrà è stato piuttosto un ricordo della nostra artista, scomparsa improvvisamente il 5 luglio 2021. Il momento è stato affidato a Laura Pausini, sua grande amica nonché conterranea, che ha voluto a tutti i costi che Raffa fosse su quel palco con un piccolo accenno di Fiesta. Un momento molto sentito dall’artista romagnola che ha però dovuto sottostare alle decisioni dell’organizzazione, probabilmente più indirizzata verso una scaletta che lasciasse grande spazio alle canzoni.

Pierpaolo Piccioli per Valentino, Alberta Ferretti, Donatella Versace. Un trio delle meraviglie, quello schierato per gli abiti di Laura Pausini, che ha rispettato le aspettative della vigilia. Superlativa in Alberta Ferretti, fantastica in rosa e – infine – sorprendente in Versace. Come suo solito, è riuscita a superare se stessa ma – nel complesso – ci sarebbe qualcosa da migliorare.

Si chiude così il sipario su Eurovision Song Contest 2022 a Torino. Un’edizione certamente da ricordare e che ha ribaltato i pronostici della fascia generazionale più affezionata. Gli ascolti sono stati ottimi, con una finale che ha sfondato il muro di un inaspettato 40% e che così rilancia il contest verso un nuovo successo. Ancora tutto da costruire.

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