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PALERMO (ITALPRESS) - Creare una piattaforma che consenta ai produttori dell'agroalimentare di monitorare l'abbattimento della Co2, dai campi allo scaffale, adottando sistemi di sensoristica, robotica, intelligenza artificiale, machine learning e blockchain. E' l'obiettivo del progetto "FreeCO2", frutto del protocollo d'intesa siglato tra TopNetwork e Università di Palermo, approvato e cofinanziato dal Mise, nell'ambito dei fondi Pnrr. Alla redazione del progetto, il cui costo complessivo è pari a circa 7,5 milioni di euro, hanno partecipato 4 dipartimenti dell'ateneo palermitano: Ingegneria; Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali; Economia; Matematica-Informatica. "Il singolo imprenditore deve vedere il mondo universitario non come lontano ma come un mondo da cui prendere le informazioni che diventano poi di uso quotidiano - dice all'Italpress il rettore dell'Università di Palermo, Massimo Midiri -. Questo progetto deve essere utilizzabile sia per il piccolo imprenditore, che intende essere classificato come green, sia la grandissima azienda: cominciamo a immaginare sistemi che hanno una scala molto ampia e un'applicabilità molto versatile. Tutte le azioni degli Enti che si devono parlare tra di loro devono essere orientate a un futuro sostenibile: se non facciamo oggi degli interventi a tutto tondo rischiamo tra 50 anni di non poter più recuperare una situazione che oggi è già molto complicata". "E' un sistema oggettivamente ecosostenibile, lo è anche per le piccole aziende - assicura all'Italpress Franco Celletti, amministratore delegato di TopNetwork -. Un sistema particolarmente diffuso e capillare: ogni azienda, anche la più piccola, avrà la possibilità di sostenere dei costi. La logica è quella di provare a ridurre in ogni singola fase la creazione di anidride carbonica da quando iniziamo a coltivare il prodotto a quando viene distribuito".
Per FreeCO2 sono stati coinvolti Tasca d'Almerita, per la produzione del vino, e CoMediterraneo per la distribuzione a scaffale.
Paolo Inglese, professore di Scienze Agrarie all'Università di Palermo, è il responsabile scientifico del progetto. "Il tema della sostenibilità dell'impresa agricola - sottolinea - è fondamentale per l'impresa in sè, perchè significa anche risparmi pratici, e per il consumatore. Il progetto consentirà alla fine di fare il bilancio del carbonio, che serve all'azienda per capire se la quantità di input e output produce sono in equilibrio: in sintesi, serve per capire se segue una linea capace di mantenere alta la fertilità del suolo e la sostenibilità integrale dell'azienda".
"Abbiamo l'ambizione di procedere con una serie di azioni sul campo, e quindi di ricerca applicata, per trovare soluzioni che possano migliorare quella che è l'attività di gestione del territorio, nello specifico, la filiera dell'agroalimentare - dice Marcantonio Ruisi, professore dell'Ateneo palermitano e Delegato ai rapporti con le imprese -. L'obiettivo è utilizzare questo come progetto-pilota per replicare i risultati e metterli a disposizione del tessuto imprenditoriale locale, affinchè diventi un punto di riferimento per altre aziende".
- foto Italpress-
(ITALPRESS).Agenzia di Stampa Italpress - Top News

PALERMO (ITALPRESS) – Creare una piattaforma che consenta ai produttori dell’agroalimentare di monitorare l’abbattimento della Co2, dai campi allo scaffale, adottando sistemi di sensoristica, robotica, intelligenza artificiale, machine learning e blockchain. E’ l’obiettivo del progetto “FreeCO2”, frutto del protocollo d’intesa siglato tra TopNetwork e Università di Palermo, approvato e cofinanziato dal Mise, nell’ambito dei fondi Pnrr. Alla redazione del progetto, il cui costo complessivo è pari a circa 7,5 milioni di euro, hanno partecipato 4 dipartimenti dell’ateneo palermitano: Ingegneria; Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali; Economia; Matematica-Informatica. “Il singolo imprenditore deve vedere il mondo universitario non come lontano ma come un mondo da cui prendere le informazioni che diventano poi di uso quotidiano – dice all’Italpress il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri -. Questo progetto deve essere utilizzabile sia per il piccolo imprenditore, che intende essere classificato come green, sia la grandissima azienda: cominciamo a immaginare sistemi che hanno una scala molto ampia e un’applicabilità molto versatile. Tutte le azioni degli Enti che si devono parlare tra di loro devono essere orientate a un futuro sostenibile: se non facciamo oggi degli interventi a tutto tondo rischiamo tra 50 anni di non poter più recuperare una situazione che oggi è già molto complicata”. “E’ un sistema oggettivamente ecosostenibile, lo è anche per le piccole aziende – assicura all’Italpress Franco Celletti, amministratore delegato di TopNetwork -. Un sistema particolarmente diffuso e capillare: ogni azienda, anche la più piccola, avrà la possibilità di sostenere dei costi. La logica è quella di provare a ridurre in ogni singola fase la creazione di anidride carbonica da quando iniziamo a coltivare il prodotto a quando viene distribuito”.
Per FreeCO2 sono stati coinvolti Tasca d’Almerita, per la produzione del vino, e CoMediterraneo per la distribuzione a scaffale.
Paolo Inglese, professore di Scienze Agrarie all’Università di Palermo, è il responsabile scientifico del progetto. “Il tema della sostenibilità dell’impresa agricola – sottolinea – è fondamentale per l’impresa in sè, perchè significa anche risparmi pratici, e per il consumatore. Il progetto consentirà alla fine di fare il bilancio del carbonio, che serve all’azienda per capire se la quantità di input e output produce sono in equilibrio: in sintesi, serve per capire se segue una linea capace di mantenere alta la fertilità del suolo e la sostenibilità integrale dell’azienda”.
“Abbiamo l’ambizione di procedere con una serie di azioni sul campo, e quindi di ricerca applicata, per trovare soluzioni che possano migliorare quella che è l’attività di gestione del territorio, nello specifico, la filiera dell’agroalimentare – dice Marcantonio Ruisi, professore dell’Ateneo palermitano e Delegato ai rapporti con le imprese -. L’obiettivo è utilizzare questo come progetto-pilota per replicare i risultati e metterli a disposizione del tessuto imprenditoriale locale, affinchè diventi un punto di riferimento per altre aziende”.
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