Luca Barilla Murale simboleggia 30 anni di lavoro per garantire sempre massima qualita

(Adnkronos) – “Il murale che abbiamo inaugurato vuole rappresentare anche il grande lavoro fatto da Barilla in questi trent'anni, per garantire prodotti della migliore qualità possibile a persone e mercati. Infatti, questo murale simboleggia la materia prima, per noi preziosissima, che sta a significare molta cura, qualità, attenzione e tanto rispetto per la natura e per le persone che danno fiducia a nome della nostra azienda, acquistando i nostri prodotti. Una fiducia che non vorremmo mai tradire, perché se perdiamo la fiducia della comunità perdiamo il futuro dell’azienda”. Sono le parole di Luca Barilla, vicepresidente del Gruppo Barilla, in occasione della celebrazione dei 30 anni del Pesto Barilla da parte del Gruppo, che dal 1994 è un prodotto a marchio Barilla. Qui, tra i campi di basilico, svetta lo stabilimento Sughi Barilla di Rubbiano – Parma – il più grande e sostenibile d’Europa, in cui negli ultimi 10 anni sono stati investiti più di 150milioni di euro. Ed è qui che vengono trasformate ogni anno oltre 55mila tonnellate di pomodoro e basilico e realizzate 84.000 tonnellate di prodotto. Per omaggiare il prodotto l’azienda di Parma ha realizzato un esclusivo murale artistico di oltre 800 mq creato dall'illustratrice Marianna Tomaselli sulla facciata principale dello stabilimento di Rubbiano Sughi.  “Posso garantire – spiega Luca Barilla – che in tutti questi anni, a partire dai fondatori e ora con i miei fratelli, abbiamo sempre dato il massimo per cercare di portare avanti la tradizione Barilla nel migliore dei modi. Fatta questa premessa, vorrei aggiungere un semplice pensiero, ma al tempo stesso molto importante per noi, per la nostra storia, per la qualità e anche per il nostro futuro. Nostro padre, ai suoi tempi, ripetè più volte una frase rimasta nella nostra storia, semplice, ma estremamente potente: ‘Date alla gente quello che dareste ai vostri figli’. E’ una frase che deve continuare ad accompagnarci per non farci perdere la strada, che è quella della correttezza, della qualità, del rispetto e dei valori che hanno sempre costituito l'ossatura della nostra azienda. Tra questi valori c'è anche quello della sostenibilità”.  La sostenibilità, infatti, è un pilastro della strategia di crescita dello Stabilimento di Rubbiano, che parte dal percorso di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (-28% di CO2 in 10 anni) per arrivare al riciclo del 93% di tutti i rifiuti prodotti che vanno ad alimentare la produzione di biogas o di concimi.  Anche il vetro, i metalli, la carta, il cartone e infine la plastica, dopo un processo di rigenerazione, vengono riutilizzati nella filiera: “Il concetto di sostenibilità per Barilla non è espresso solo attraverso la massima cura del territorio, dell'agricoltura e dei luoghi da dove provengono le nostre materie prime, ma è anche un esempio di lavoro da trasferire alle persone e soprattutto alle giovani generazioni, che continueranno il lavoro di chi li ha preceduti: offrire diffusione di cultura ed educazione ed è una delle tante missioni che Barilla si è data come obiettivo. Quindi, per Barilla, la sostenibilità si esprime al massimo livello, nel caso di un'azienda, quando gli interessi dell'impresa coincidono con quelli della comunità. Quando le due cose collimano abbiamo aiutato un'impresa a crescere e abbiamo aiutato, attraverso il lavoro dell'impresa, a crescere, anche per vivere meglio in modo diciamo più virtuoso, più protettivo verso il nostro futuro”.  “La sostenibilità però – continua – non finisce qui, ma prosegue anche in un altro momento molto importante, quello della tavola e della famiglia: Barilla ha sempre cercato di tenere questi due valori immensi, quali tavola e famiglia, al centro del suo lavoro e ha sempre cercato di comunicare l'importanza di questi momenti, in quanto il momento della tavola è la massima espressione di raccoglimento dei nostri affetti, durante i quali ci si confronta, si parla, si condividono gioie, dolori, litigi per ritrovare la pace. Come ripete tante volte lo chef Massimo Bottura, uomo oltre che di grandi chef di grande sapienza, dice: ‘A tavola si può progettare il futuro’. Quindi, interpretando la tavola in questo senso per noi la tavola significa sostenibilità”. Una giornata ricca e importante quella organizzata da Barilla, secondo il vice presidente dell’azienda, in quanto ha dato la possibilità di raccontare in piena trasparenza il concreto lavoro, che non è mai stato divulgato in modo così aperto e completo: “Personalmente sono molto contento di questa giornata perché ritengo che Barilla meriti più attenzione e più considerazione di quanto il grande pubblico le riservi, quando si tratta della qualità dei prodotti che produciamo. Barilla è sempre molto considerata dal punto di vista delle pubbliche relazioni, è un'azienda molto presente sul mercato attraverso la comunicazione, ma è meno considerata dal punto di vista professionale, quindi tutto il lavoro che fa per portare sulle tavole degli italiani dei prodotti di altissima qualità Molto spesso soffriamo delle nostre dimensioni, in quanto le persone, vedendo che siamo un'azienda importante, dà per scontato che non possiamo curare le produzioni, i prodotti e la selezione delle materie prime con la stessa attenzione che invece offrono i nostri competitor più piccoli”. “C'è questo credo generale, in cui tutto ciò che è piccolo e artigianale, è certamente di qualità superiore a ciò che viene fatto dalle grandi aziende. Nel caso di Barilla è esattamente il contrario. L’azienda, per sua abilità, dispone di professionalità, di mezzi tecnologici che, purtroppo per loro, i competitors non possono utilizzare, dispone di conoscenze o di esperienze anche globali, che i concorrenti non possono raggiungere per evidenti mezzi pratici e questo ci dà forti vantaggi. Tuttavia, dobbiamo migliorare molto l'interazione tra noi e i media e attraverso i media con il grande pubblico, per far conoscere i veri valori di una grande azienda come Barilla, che è grande dal punto di vista dimensionale, ma è gigante dal punto di vista valoriale”, conclude.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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