"L'Italia è tra le nazioni più esposte a questi fenomeni perchè produce più innovazione - ha spiegato Mantovano -. Vi è un vuoto di protezione e questo vuoto di protezione esiste anche nella percezione dei ricercatori. Non è facile intervenire, c'è sempre un equilibrio molto complicato da raggiungere, l'apertura internazionale che contraddistingue il mondo della ricerca, rappresenta una delle vulnerabilità di questo settore, c'è uno sforzo, non solo italiano, ma anche europeo e internazionale, per il contrasto ad una nuova sfida che riguarda la sicurezza".
Il sottosegretario Mantovano ha chiarito che "l'iniziativa non mira a forme di controllo della ricerca nè intende limitare l'internazionalizzazione ma punta a difendere l'attività scientifica, l'unico scopo è far avanzare la conoscenza senza essere sfruttata da altri che poi possono danneggiare il nostro paese, il fenomeno è sotto osservazione dell'intelligence. Noi siamo tra i più grandi produttori di idee e le nostre idee devono essere tutelate".
Un intervento, come è stato sottolineato, che si inquadra in precise comunicazioni di fonte conunitaria: "Qualunque sia il governo, la maggioranza, è un intervento che si incrocia anche con impegni presi in sede europea. Raccomandazioni che invitano gli stati membri a rafforzare la sicurezza, ci muoviamo nell'adempimento di un obbligo europeo, alcune nazioni sono arrivate prime di noi, per esempio la Francia", ha concluso.
C'è urgenza di dare delle risposte per tutelare le attività e i progetti di ricerca, per garantire sicurezza evitando intrusioni.
"Serve un sistema di protezione della ricerca accademica e scientifica del nostro paese, una ricerca democratica, inclusiva, etica, libera che deve essere sicura - le parole della ministra Bernini -. Sulla ricerca il presupposto è la libertà che parte dall'internazionalizzazione. Tutto questo deve avvenire nella sicurezza del prodotto intellettuale dei ricercatori e questo richiede degli anticorpi: il primo è la consapevolezza. Più le tecnologie si sviluppano più dobbiamo trovare gli anticorpi".
La ministra dell'Università ha anticipato: "Faremo un G7 a Bari sulla sicurezza della ricerca, dobbiamo rendere sicura la ricerca".
Per Iannantuoni "questo è un argomento molto sensibile, l'autonomia della ricerca è un valore costituzionale, si deve tutelare l'indipendenza e il lavoro dei ricercatori".
- Foto xc3/Italpress -
(ITALPRESS).Agenzia di Stampa Italpress - Top News
ROMA (ITALPRESS) – Un piano d’azione nazionale per tutelare l’università e la ricerca italiane dalle ingerenze straniere. Lo ha presentato, in conferenza stampa, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il presidente della CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), Giovanna Iannantuoni e il presidente della CONPER (Consulta nazionale dei presidenti degli Enti di ricerca), Antonio Zoccoli.
“L’Italia è tra le nazioni più esposte a questi fenomeni perchè produce più innovazione – ha spiegato Mantovano -. Vi è un vuoto di protezione e questo vuoto di protezione esiste anche nella percezione dei ricercatori. Non è facile intervenire, c’è sempre un equilibrio molto complicato da raggiungere, l’apertura internazionale che contraddistingue il mondo della ricerca, rappresenta una delle vulnerabilità di questo settore, c’è uno sforzo, non solo italiano, ma anche europeo e internazionale, per il contrasto ad una nuova sfida che riguarda la sicurezza”.
Il sottosegretario Mantovano ha chiarito che “l’iniziativa non mira a forme di controllo della ricerca nè intende limitare l’internazionalizzazione ma punta a difendere l’attività scientifica, l’unico scopo è far avanzare la conoscenza senza essere sfruttata da altri che poi possono danneggiare il nostro paese, il fenomeno è sotto osservazione dell’intelligence. Noi siamo tra i più grandi produttori di idee e le nostre idee devono essere tutelate”.
Un intervento, come è stato sottolineato, che si inquadra in precise comunicazioni di fonte conunitaria: “Qualunque sia il governo, la maggioranza, è un intervento che si incrocia anche con impegni presi in sede europea. Raccomandazioni che invitano gli stati membri a rafforzare la sicurezza, ci muoviamo nell’adempimento di un obbligo europeo, alcune nazioni sono arrivate prime di noi, per esempio la Francia”, ha concluso.
C’è urgenza di dare delle risposte per tutelare le attività e i progetti di ricerca, per garantire sicurezza evitando intrusioni.
“Serve un sistema di protezione della ricerca accademica e scientifica del nostro paese, una ricerca democratica, inclusiva, etica, libera che deve essere sicura – le parole della ministra Bernini -. Sulla ricerca il presupposto è la libertà che parte dall’internazionalizzazione. Tutto questo deve avvenire nella sicurezza del prodotto intellettuale dei ricercatori e questo richiede degli anticorpi: il primo è la consapevolezza. Più le tecnologie si sviluppano più dobbiamo trovare gli anticorpi”.
La ministra dell’Università ha anticipato: “Faremo un G7 a Bari sulla sicurezza della ricerca, dobbiamo rendere sicura la ricerca”.
Per Iannantuoni “questo è un argomento molto sensibile, l’autonomia della ricerca è un valore costituzionale, si deve tutelare l’indipendenza e il lavoro dei ricercatori”.
– Foto xc3/Italpress –
(ITALPRESS).Agenzia di Stampa Italpress – Top News