(Adnkronos) – "La decisione di diventare ambassador della campagna 'Metti la psoriasi fuorigioco' è frutto di un percorso e della volontà di non nascondermi. Devo quindi ringraziare tutte quelle persone che mi chiedevano cosa fossero i segni che ho sulle gambe. All’inizio questa domanda mi metteva in difficoltà, poi, col tempo ho capito come affrontare la malattia e anche la curiosità delle persone. L’ho fatto non nascondendomi, parlandone e cercando di dare corrette informazioni: questo mi ha fatto stare meglio". Lo ha detto Claudio Marchisio, ex calciatore, paziente e testimonial della campagna di sensibilizzazione di Ucb Pharma, all’evento milanese organizzato a 7 mesi dall’avvio dell’iniziativa per sensibilizzare la popolazione sulla malattia. "Credo – aggiunge Marchisio – sia mia responsabilità fare la mia parte perché le persone con psoriasi possano sentirsi a loro agio. So che anche uno sguardo o una parola di chi non conosce la malattia può creare disagio. E’ quindi per me un enorme piacere essere testimonial della campagna. Sappiamo benissimo che i personaggi pubblici possono essere ‘croce e delizia’ di questo mondo, credo che, in quanto tali, si debba essere molto responsabili. Altrettanto responsabili si deve essere nel dare la giusta informazione. Questa è una responsabilità molto grande, che mi sta a cuore". “Non mi aspettavo di essere colpito in prima persona dalla psoriasi – spiega l’ambassador della campagna – E’ una malattia che già conoscevo perché sia mia mamma, che mia sorella ne soffrono. Avendola sviluppata all’età di trent'anni, però, fino a quel momento, ero convinto di esserne esente. Non è stato così. Ai miei familiari ho sempre chiesto informazioni sulla malattia e, grazie non soltanto al medico della società in cui giocavo, ma anche al medico di famiglia, siamo riusciti a fare un percorso insieme. E oggi – conclude – la situazione è decisamente migliorata”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)