ROMA (ITALPRESS) - "Il nostro mondo continua a essere nella morsa di una terza guerra mondiale combattuta poco alla volta e, nel tragico caso del conflitto in Ucraina, non senza la minaccia di ricorrere alle armi nucleari". Così Papa Francesco nel messaggio inviato a cardinale Peter K.A. Turkson in occasione del convegno sulla Pacem in Terris organizzato dall'Accademia delle Scienze Sociali. "In effetti, il momento attuale assomiglia in modo inquietante al periodo immediatamente precedente alla Pacem in terris, quando nell'ottobre 1962 la crisi dei missili di Cuba portò il mondo sull'orlo di una diffusa distruzione nucleare. Purtroppo, negli anni successivi a quella minaccia apocalittica, non solo il numero e la potenza delle armi nucleari sono cresciuti, ma sono aumentate anche altre tecnologie belliche e persino il consenso di lunga data sulla proibizione delle armi chimiche e biologiche è in pericolo", aggiunge. "Ho dichiarato altrove la mia convinzione che l'uso dell'energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari", ricorda il Santo Padre con riferimento al discorso al Memoriale della Pace di Hiroshima nel 2019.
"E' responsabilità di tutti noi mantenere viva la visione che un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario. Analogamente, la preoccupazione per le implicazioni morali della guerra nucleare non deve far passare in secondo piano i problemi etici sempre più urgenti sollevati dall'uso nella guerra contemporanea delle cosiddette 'armi convenzionalì, che dovrebbero essere utilizzate soltanto a scopo difensivo e non dirette a obiettivi civili", conclude.
(ITALPRESS).
- Foto: Agenzia Fotogramma -Agenzia di Stampa Italpress - Top News
ROMA (ITALPRESS) – “Il nostro mondo continua a essere nella morsa di una terza guerra mondiale combattuta poco alla volta e, nel tragico caso del conflitto in Ucraina, non senza la minaccia di ricorrere alle armi nucleari”. Così Papa Francesco nel messaggio inviato a cardinale Peter K.A. Turkson in occasione del convegno sulla Pacem in Terris organizzato dall’Accademia delle Scienze Sociali. “In effetti, il momento attuale assomiglia in modo inquietante al periodo immediatamente precedente alla Pacem in terris, quando nell’ottobre 1962 la crisi dei missili di Cuba portò il mondo sull’orlo di una diffusa distruzione nucleare. Purtroppo, negli anni successivi a quella minaccia apocalittica, non solo il numero e la potenza delle armi nucleari sono cresciuti, ma sono aumentate anche altre tecnologie belliche e persino il consenso di lunga data sulla proibizione delle armi chimiche e biologiche è in pericolo”, aggiunge. “Ho dichiarato altrove la mia convinzione che l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari”, ricorda il Santo Padre con riferimento al discorso al Memoriale della Pace di Hiroshima nel 2019.
“E’ responsabilità di tutti noi mantenere viva la visione che un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario. Analogamente, la preoccupazione per le implicazioni morali della guerra nucleare non deve far passare in secondo piano i problemi etici sempre più urgenti sollevati dall’uso nella guerra contemporanea delle cosiddette ‘armi convenzionalì, che dovrebbero essere utilizzate soltanto a scopo difensivo e non dirette a obiettivi civili”, conclude.
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