REGGIO EMILIA (ITALPRESS) - Il Parmigiano Reggiano si conferma il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna. Secondo i dati forniti dal Consorzio nella conferenza stampa di presentazione della 57a Fiera del Parmigiano Reggiano a Casina (4-7 agosto), nel 2022 la produzione in montagna della Dop più amata e più premiata al mondo è stata pari a 846.000 forme, con un aumento del +10,5% rispetto al 2016. Crescita a doppia cifra (+14%) anche per la produzione di latte, sempre nello stesso lasso di tempo, con oltre 404.000 tonnellate. Inoltre, il Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna", progetto lanciato dal Consorzio nel 2016 per dare maggiore sostenibilità allo sviluppo di quest'area della zona di produzione e offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate all'origine e alla qualità del formaggio, ha superato nel 2021 le 225.000 forme certificate, con un aumento del +26,6% sul 2016.
Un chiaro segnale che la politica di rilancio e valorizzazione per stimolare la produzione del Parmigiano Reggiano in montagna sta invertendo una tendenza alla decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014. Infatti, nel decennio 2000-2010 nei territori di montagna della zona di origine si è assistito alla chiusura di 60 caseifici, con una riduzione del 10% di produzione del latte. Deficit che è stato azzerato dal 2014 ad oggi grazie all'avvio del Piano di Regolazione Offerta che, tra le altre misure, ha previsto sconti specifici per i produttori e i caseifici ubicati in zone di montagna e il bacino "montagna" per le quote latte.
Nel 2022, dunque, più del 21% della produzione totale si è concentrata negli 81 caseifici di montagna sparsi tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna a sinistra del fiume Reno, che impiegano oltre 900 allevatori per una produzione annuale di 4,03 milioni di quintali di latte. Ciò ha reso possibile il mantenimento di un'agricoltura in zone altrimenti abbandonate e ha contribuito allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo di qualità. Altro segnale positivo è rappresentato dai cambiamenti generazionali all'interno dei caseifici: l'età media dei produttori si è abbassata dai 57 anni di media prima del 2016 ai 30-40 di oggi. Questo segnale manifesta la fiducia che i giovani pongono nel Parmigiano Reggiano, un'attività preziosissima dal punto di vista sociale per sostenere la dorsale appenninica emiliana grazie al lavoro nelle foraggere e in caseificio.
"La produzione nelle zone di montagna è da sempre una delle caratteristiche salienti del Parmigiano Reggiano", ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. "La differenza di una Dop rispetto a tante altre realtà economiche è che l'attività non può essere delocalizzata, e pertanto il fatturato diventa automaticamente "reddito" per la zona di origine e benessere per chi in quella zona vive e lavora. Se non ci fosse la nostra Dop, in quei comuni non ci sarebbero neanche le scuole, perchè se non ci fosse un senso economico nel coltivare quei territori, non ci sarebbe neanche lo sprone ad abitarli. Il Parmigiano Reggiano contribuisce a fortificare l'economia e a preservare l'unicità della dorsale appenninica emiliana: è infatti il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, con più del 21% della produzione totale, oltre 846.000 forme, concentrata in ben 81 caseifici. Per il Consorzio, sono proprio il territorio e la comunità che lo abita il bene più prezioso e il nostro intento è quello di impegnarci sempre di più per preservarli e continuare a essere un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale".
Per Guglielmo Garagnani, vicepresidente del Consorzio, "preso atto dei risultati raggiunti con il consolidamento della produzione nelle zone dell'Appennino, ora la sfida è riuscire a rafforzare il valore commerciale del Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna" e promuoverne il valore aggiunto, per avere un posizionamento nel mercato che riesca a rendere sostenibile tale produzione nel tempo. Le aree di montagna da un lato soffrono di condizioni svantaggiate e maggiori costi di produzione, ma dall'altro la permanenza di una solida produzione agricola-zootecnica rappresenta un pilastro economico e sociale di interesse per tutta la comunità locale. Ecco perchè è fondamentale che il Consorzio abbia messo in campo interventi che mirano alla diffusione e valorizzazione del Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna", e che continui a farlo anche nei prossimi anni a venire".
E' proprio per valorizzare e promuovere il Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna" che da venerdì 4 a lunedì 7 agosto si terrà la 57a Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina: quattro giorni di eventi, spettacoli, degustazioni e concerti pensati per tutti, adulti e bambini, per portare nel comune dell'Appennino reggiano arte e divertimento, e soprattutto l'eccellenza produttiva locale. In particolare, saranno ben 40 i caseifici di montagna che parteciperanno alla Fiera per presentare i propri "gioielli", offrendo a tutti i visitatori degustazioni con la possibilità di acquisto. Si riconfermano inoltre anche per il 2023 gli speciali abbinamenti di Parmigiano Reggiano con i vini Spergola del territorio e con i vini della Valpolicella, ospiti d'onore di un connubio di sapori che unisce due eccellenze dell'enogastronomia italiana.
L'appuntamento più atteso della Fiera è l'11a edizione del Palio del Parmigiano Reggiano, lunedì 7 agosto alle ore 20:00 in piazza IV Novembre, nella quale i caseifici competeranno con forme di 24 e di 40 mesi, che saranno giudicate da una giuria di esperti APR (Assaggiatori Parmigiano Reggiano). Ci sarà inoltre la tradizionale gara di taglio della forma: sotto gli occhi dei giudici e del pubblico, i mastri casari si sfideranno nel tagliare una forma in porzioni sempre più piccole, sino ad arrivare a punte che devono avvicinarsi il più possibile al chilo di peso l'una. E' una gara che mira sia alla bellezza del taglio, sia alla bravura nella porzionatura manuale della Dop più amata e più premiata del mondo.
"E' una grande soddisfazione essere arrivati alla 57a edizione di questa fiera unica nel suo genere", ha dichiarato Stefano Costi, sindaco di Casina. "La quattro giorni di quest'anno si conferma un punto di riferimento per il settore, con ben 40 caseifici partecipanti, ovvero la metà del comprensorio di montagna. Per noi questa è un'occasione irrinunciabile per far conoscere sia il nostro territorio, sia il Parmigiano Reggiano "Prodotto di Montagna". Come amministrazione, per noi la Dop non ha solo un immenso valore finanziario, essendo la colonna portante dell'economia di montagna e una delle principali attrazioni per il turismo, ma anche e soprattutto sociale, dato che dà un contributo fondamentale al mantenimento di una comunità in zone altrimenti a rischio abbandono".
Prossimo appuntamento il 3 settembre, con il Palio di Gonzaga, in provincia di Mantova.
- foto ufficio stampa Parmigiano Reggiano -
(ITALPRESS).Agenzia di Stampa Italpress - Top News
REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Parmigiano Reggiano si conferma il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna. Secondo i dati forniti dal Consorzio nella conferenza stampa di presentazione della 57a Fiera del Parmigiano Reggiano a Casina (4-7 agosto), nel 2022 la produzione in montagna della Dop più amata e più premiata al mondo è stata pari a 846.000 forme, con un aumento del +10,5% rispetto al 2016. Crescita a doppia cifra (+14%) anche per la produzione di latte, sempre nello stesso lasso di tempo, con oltre 404.000 tonnellate. Inoltre, il Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”, progetto lanciato dal Consorzio nel 2016 per dare maggiore sostenibilità allo sviluppo di quest’area della zona di produzione e offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate all’origine e alla qualità del formaggio, ha superato nel 2021 le 225.000 forme certificate, con un aumento del +26,6% sul 2016.
Un chiaro segnale che la politica di rilancio e valorizzazione per stimolare la produzione del Parmigiano Reggiano in montagna sta invertendo una tendenza alla decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014. Infatti, nel decennio 2000-2010 nei territori di montagna della zona di origine si è assistito alla chiusura di 60 caseifici, con una riduzione del 10% di produzione del latte. Deficit che è stato azzerato dal 2014 ad oggi grazie all’avvio del Piano di Regolazione Offerta che, tra le altre misure, ha previsto sconti specifici per i produttori e i caseifici ubicati in zone di montagna e il bacino “montagna” per le quote latte.
Nel 2022, dunque, più del 21% della produzione totale si è concentrata negli 81 caseifici di montagna sparsi tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna a sinistra del fiume Reno, che impiegano oltre 900 allevatori per una produzione annuale di 4,03 milioni di quintali di latte. Ciò ha reso possibile il mantenimento di un’agricoltura in zone altrimenti abbandonate e ha contribuito allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo di qualità. Altro segnale positivo è rappresentato dai cambiamenti generazionali all’interno dei caseifici: l’età media dei produttori si è abbassata dai 57 anni di media prima del 2016 ai 30-40 di oggi. Questo segnale manifesta la fiducia che i giovani pongono nel Parmigiano Reggiano, un’attività preziosissima dal punto di vista sociale per sostenere la dorsale appenninica emiliana grazie al lavoro nelle foraggere e in caseificio.
“La produzione nelle zone di montagna è da sempre una delle caratteristiche salienti del Parmigiano Reggiano”, ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “La differenza di una Dop rispetto a tante altre realtà economiche è che l’attività non può essere delocalizzata, e pertanto il fatturato diventa automaticamente “reddito” per la zona di origine e benessere per chi in quella zona vive e lavora. Se non ci fosse la nostra Dop, in quei comuni non ci sarebbero neanche le scuole, perchè se non ci fosse un senso economico nel coltivare quei territori, non ci sarebbe neanche lo sprone ad abitarli. Il Parmigiano Reggiano contribuisce a fortificare l’economia e a preservare l’unicità della dorsale appenninica emiliana: è infatti il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, con più del 21% della produzione totale, oltre 846.000 forme, concentrata in ben 81 caseifici. Per il Consorzio, sono proprio il territorio e la comunità che lo abita il bene più prezioso e il nostro intento è quello di impegnarci sempre di più per preservarli e continuare a essere un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Per Guglielmo Garagnani, vicepresidente del Consorzio, “preso atto dei risultati raggiunti con il consolidamento della produzione nelle zone dell’Appennino, ora la sfida è riuscire a rafforzare il valore commerciale del Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna” e promuoverne il valore aggiunto, per avere un posizionamento nel mercato che riesca a rendere sostenibile tale produzione nel tempo. Le aree di montagna da un lato soffrono di condizioni svantaggiate e maggiori costi di produzione, ma dall’altro la permanenza di una solida produzione agricola-zootecnica rappresenta un pilastro economico e sociale di interesse per tutta la comunità locale. Ecco perchè è fondamentale che il Consorzio abbia messo in campo interventi che mirano alla diffusione e valorizzazione del Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”, e che continui a farlo anche nei prossimi anni a venire”.
E’ proprio per valorizzare e promuovere il Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna” che da venerdì 4 a lunedì 7 agosto si terrà la 57a Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina: quattro giorni di eventi, spettacoli, degustazioni e concerti pensati per tutti, adulti e bambini, per portare nel comune dell’Appennino reggiano arte e divertimento, e soprattutto l’eccellenza produttiva locale. In particolare, saranno ben 40 i caseifici di montagna che parteciperanno alla Fiera per presentare i propri “gioielli”, offrendo a tutti i visitatori degustazioni con la possibilità di acquisto. Si riconfermano inoltre anche per il 2023 gli speciali abbinamenti di Parmigiano Reggiano con i vini Spergola del territorio e con i vini della Valpolicella, ospiti d’onore di un connubio di sapori che unisce due eccellenze dell’enogastronomia italiana.
L’appuntamento più atteso della Fiera è l’11a edizione del Palio del Parmigiano Reggiano, lunedì 7 agosto alle ore 20:00 in piazza IV Novembre, nella quale i caseifici competeranno con forme di 24 e di 40 mesi, che saranno giudicate da una giuria di esperti APR (Assaggiatori Parmigiano Reggiano). Ci sarà inoltre la tradizionale gara di taglio della forma: sotto gli occhi dei giudici e del pubblico, i mastri casari si sfideranno nel tagliare una forma in porzioni sempre più piccole, sino ad arrivare a punte che devono avvicinarsi il più possibile al chilo di peso l’una. E’ una gara che mira sia alla bellezza del taglio, sia alla bravura nella porzionatura manuale della Dop più amata e più premiata del mondo.
“E’ una grande soddisfazione essere arrivati alla 57a edizione di questa fiera unica nel suo genere”, ha dichiarato Stefano Costi, sindaco di Casina. “La quattro giorni di quest’anno si conferma un punto di riferimento per il settore, con ben 40 caseifici partecipanti, ovvero la metà del comprensorio di montagna. Per noi questa è un’occasione irrinunciabile per far conoscere sia il nostro territorio, sia il Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”. Come amministrazione, per noi la Dop non ha solo un immenso valore finanziario, essendo la colonna portante dell’economia di montagna e una delle principali attrazioni per il turismo, ma anche e soprattutto sociale, dato che dà un contributo fondamentale al mantenimento di una comunità in zone altrimenti a rischio abbandono”.
Prossimo appuntamento il 3 settembre, con il Palio di Gonzaga, in provincia di Mantova.
– foto ufficio stampa Parmigiano Reggiano –
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