MILANO (ITALPRESS) - "L'andamento del Pil è in rallentamento da tempo. Una frenata dopo la spinta arrivata con la fine della pandemia e la riduzione degli incentivi fiscali legati all'edilizia. Va detto che anche l'inflazione è in discesa, così come i prezzi del gas. Non c'è dubbio però che la Bce con la sua politica rischia di rallentare l'economia, rendendo il credito più scarso e caro. Una scelta non certo favorevole al mondo produttivo e alle stesse banche che si trovano di fronte due problemi: la crescita dei tassi e la stretta sulla liquidità". Lo dice Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, dalle colonne del quotisiano romano Il Messaggero in edicola oggi. "I rialzi della Bce per contrastare l'inflazione sono stati rapidi e ripetuti nel tempo, come mai accaduto prima con l'euro. Confido che l'aumento di luglio, sulla scia di quanto fatto anche dalla Fed, dello 0,25% sia l'ultimo e che non vi siano ulteriori misure in vista. Del resto la Bce dovrebbe forse anche riflettere quando guarda alla soglia del 2% di inflazione come obiettivo irrinunciabile" dice ancora Patuelli, che conclude: "E' importante, a mio parere, che si valuti la tendenza alla riduzione, che non ci siano delle estremizzazioni. Per evitare di frenare la ripresa - e bisogna sottolineare che ci sono ancora la tensioni legate alla guerra Russia-Ucraina - sarebbe opportuno dare tempo ai prezzi di scendere, senza ulteriori scossoni". (ITALPRESS).
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MILANO (ITALPRESS) – “L’andamento del Pil è in rallentamento da tempo. Una frenata dopo la spinta arrivata con la fine della pandemia e la riduzione degli incentivi fiscali legati all’edilizia. Va detto che anche l’inflazione è in discesa, così come i prezzi del gas. Non c’è dubbio però che la Bce con la sua politica rischia di rallentare l’economia, rendendo il credito più scarso e caro. Una scelta non certo favorevole al mondo produttivo e alle stesse banche che si trovano di fronte due problemi: la crescita dei tassi e la stretta sulla liquidità”. Lo dice Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, dalle colonne del quotisiano romano Il Messaggero in edicola oggi. “I rialzi della Bce per contrastare l’inflazione sono stati rapidi e ripetuti nel tempo, come mai accaduto prima con l’euro. Confido che l’aumento di luglio, sulla scia di quanto fatto anche dalla Fed, dello 0,25% sia l’ultimo e che non vi siano ulteriori misure in vista. Del resto la Bce dovrebbe forse anche riflettere quando guarda alla soglia del 2% di inflazione come obiettivo irrinunciabile” dice ancora Patuelli, che conclude: “E’ importante, a mio parere, che si valuti la tendenza alla riduzione, che non ci siano delle estremizzazioni. Per evitare di frenare la ripresa – e bisogna sottolineare che ci sono ancora la tensioni legate alla guerra Russia-Ucraina – sarebbe opportuno dare tempo ai prezzi di scendere, senza ulteriori scossoni”. (ITALPRESS).
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