Porti Rixi Riforma punti a garantire semplificazione e coordinare investimenti

(Adnkronos) – "Noi stiamo chiedendo al parlamento di avere un provvedimento, e quindi di avere anche una delega come Governo, per fare una riforma che consenta al nostro Paese di sfruttare meglio la sua posizione strategica all'interno del Mediterraneo. Quello che ci attendiamo nelle prossime settimane è che venga elaborata questa delega e poi ci diamo tempo un anno per sviluppare questa proposta che deve vedere una maggiore capacità dei nostri scali sia di avere delle semplificazioni dal punto di vista normativo ma anche di creare a livello centrale un ente che possa aiutarli a coordinare gli investimenti". Così il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi parlando, a Palermo, a margine del convegno 'Noi, il Mediterraneo' organizzato dall'Adsp del Mare di Sicilia occidentale. "Il nuovo Marebonus -continua-, Sea Modal Shift, è in Gazzetta Ufficiale. Dal 6 dicembre sarà disponibile la piattaforma informatica per accedere subito a un importo di 42 milioni di euro per incentivare direttamente gli autotrasportatori verso la scelta della modalità marittima di trasporto merci. La misura ha una dotazione totale di circa 83 milioni per le attività svolte dal 2023 al 2026, di cui circa 42 saranno impegnati subito per l’annualità 2023-2024".  "Il ponte sullo Stretto farà diventare la Sicilia un grande hub nel Mediterraneo e semplificherà di molto la catena logistica dei porti siciliani. E' evidente che è uno sforzo progettuale non indifferente, che ha aperto un nuovo faro sul Mediterraneo: dal Sud est asiatico agli Stati Uniti c'è un'attenzione dei mercati importante su quest'area. Dobbiamo però strutturarci in modo da reggere, perché se si gioca in serie A, lo si fa con le regole della serie A". "Il ponte sarà pronto nel 2032 – ha aggiunto – questo vuol dire che bisogna partire il prima possibile perché non vorremmo mai che un cambio di governo fermi l'opera e quindi bisogna arrivare a un punto di non ritorno.  "Il problema della Sicilia è che è stata lasciata così per tanto tempo perché i governi precedenti non la ritenevano strategica. Oggi cambia il paradigma perché quando un governo decide di investire 11,6 miliardi in un'opera che collega la Sicilia alla terraferma, vuol dire avere anche una visione su una completa infrastrutturazione dell'isola". "E'chiaro che non si è innamorati di un progetto (il Ponte ndr) – ha aggiunto – si è innamorati di chiudere i corridoi europei che vedono la Sicilia protagonista e proiettata nel Mediterraneo che oggi è il mare più trafficato al mondo e tutto fa pensare che nei prossimi anni questo traffico crescerà ancora. Questo vuol dire sistemare le strade e le ferrovie siciliane. Questa visione non è stata portata avanti in passato".  "Bisogna avere una strategia nazionale- ha sottolineato-, bisogna darsi degli obiettivi e perseguirli in maniera coerente. Abbiamo delle opere con ritardi stratosferici e non è un problema di latitudine geografica ma di mentalità del Paese: per esempio ho scoperto che il problema della Sicilia sono gli uccelli che vanno contro i ponti. E' evidente che se il Paese si dà un obiettivo deve trovare soluzioni per raggiungerlo e non può essere un singolo Ministero che spinge per le infrastrutture e altri che spingono per non farle. Fortunatamente oggi c'è un governo coeso". "Oggi ci sono grandi investimenti – ha aggiunto – dobbiamo canalizzarli e non subirli, dobbiamo attrarli nel Paese e dobbiamo dare regole certe e che durino nel tempo perché se ogni anno cambiano le norme diventa difficile capire come investire in questo Paese. Ecco allora che una soluzione potrebbe essere un sistema pubblico centrale, una società pubblica centrale che gestisca anche i cambiamenti".   —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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