(Adnkronos) – Domani, 14 settembre, sono esattamente 30 anni dal decreto ministeriale n. 739 del 1994 che definisce il profilo professionale dell’infermiere. La svolta epocale è stata quella di dare una definizione delle funzioni dell’infermiere come ‘operatore sanitario’, con una competenza, un’autonomia, una responsabilità, che agisce secondo una formazione di base – nel 1994 iniziava la formazione accademica con i diplomi universitari – e che opera attraverso un metodo, che è il processo di assistenza infermieristica. Veniva quindi superato – anche se non subito giuridicamente, ma almeno nella sostanza – il tema storico del mansionario risalente al 1974. È una data epocale – si legge in una nota diffusa dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi) – completata nella sua interezza con la Legge 42 del 1999, che ha sancito l’infermiere un ‘professionista che opera con autonomia, responsabilità, competenza, tenuto conto dei vincoli date dalle competenze delle altre professioni’. Il decreto ministeriale è stato un tassello che ha consentito, in questi 30 anni, il perfezionamento della formazione accademica con i percorsi triennali, magistrali, dottorati di ricerca, ulteriori percorsi di specializzazione e master, che ha aperto alla formazione specialistica e a un ruolo di governo di altre figure. Grazie a questo provvedimento, il profilo dell’infermiere oggi è conosciuto un professionista a tutto tondo che lavora in équipe multidisciplinare, che continua a formarsi e a fare formazione, che ha il ruolo di governare gli operatori di supporto. Si tratta di una pietra miliare importante che ha consentito, in questi decenni, di costruire un percorso importante, sia dal punto di vista formativo che dal punto di vista organizzativo. Oggi abbiamo infermieri con la laurea magistrale che occupano posti di rilievo in varie strutture, fino all’apicalità. Un’evoluzione importante dal punto di vista giuridico, disciplinare, professionale. A trent’anni dalla sua prima emanazione, tuttavia, questo profilo meriterebbe una rivisitazione. La professione infermieristica ha un campo di attività e di responsabilità che è dato da ciò che acquisisce durante la formazione di base abilitante, durante la formazione specialistica e dal Codice deontologico. Questi sono i parametri che delimitano che cosa fa, che cosa può fare e di cosa dovrebbe farsi carico. Probabilmente arriveremo al momento in cui questo profilo, accompagnato da tanti anni di storia e di evoluzione, sarà pronto a lasciare il passo a una connotazione intellettuale e professionale che è quella della autoregolamentazione, come per tutte le altre professioni intellettuali. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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